Quanto la pandemia di Covid-19 ha influito sull’equilibrio dei giovani e delle coppie? Quanto l’uso dei social network è collegato all’isolamento in questo periodo storico?
A queste e ad altre domande ho risposto durante la partecipazione, lo scorso maggio, al programma televisivo di intrattenimento e approfondimento Guarda Chi C’è, realizzato dall’agenzia di Fano Zarri Comunicazione e in onda in prima serata sull’emittente regionale FanoTV.
Spogliare l’anima è possibile, essa è coperta, vestita dall’Io, cioè dal compromesso che esiste tra la realtà e l’inconscio, compromesso che è sempre il migliore, ma anche quando è il migliore l’individuo ha dei sintomi di malessere. Esistono diverse tecniche, diversi approcci per indagare l’animo umano, come la psicologia comportamentale, la psicoterapia psicoanalitica, la psicologia relazionale. I contenuti nascosti in noi sono i veri registi delle nostre azioni, responsabili del nostro malessere anche se noi non ci rendiamo conto, stanno lì a funzionare per produrre contenuti dolorosi.
Lo psicoterapeuta impara a svelarli in terapia, insieme al paziente, e all’interno di una relazione terapeutica inizia a gestirli. La psicoterapia si basa sulla relazione medico-paziente, si basa sulla fiducia, dentro un percorso di cambiamento.
La forma di ascolto che adotta lo psicoterapeuta è un ascolto attivo. Durante l’ascolto lo psicoterapeuta non deve elaborare delle risposte da dare, l’ascolto funziona nel momento in cui il paziente si rende conto che lo psicoterapeuta dedica il tempo alla persona, è qui per lui/lei, e non ha interesse a fare del male al paziente, mette a disposizione quello che ha imparato, l’esperienza professionale e la formazione personale.
Noi non vediamo relazioni causa-effetto lineari, un sintomo può rispondere a dieci cause, non somministriamo medicine, ogni trattamento terapeutico è personalizzato per ogni persona che viene a colloquio, per ogni parola che dice quella persona, per ogni minuto che passa.
Nell’intervista con il conduttore di Raiuno Unomattina Paolo Notari si è parlato oltre che del trattamento psicoterapeutico personalizzato che lo psicoterapeuta rivolge al paziente, anche di come la pandemia di Covid 19 ci ha impedito di vivere la nostra vita, della paura della morte e di un anno senza sorriso.

In oltre un anno è successo qualcosa che sembrava assurda, qualcosa di sconosciuto e neanche ipotizzato; chi ci avrebbe mai potuto dire che non avremmo potuto abbracciare i nostri genitori o i nostri figli, che non avremmo potuto accompagnarli alla morte, in ospedale, o non avremmo potuto vederli, ecc.
Ci sono delle conseguenze a lungo termine e danni permanenti sulle relazioni e sulla psicologia delle persone. Ci siamo rifugiati nei social e questo ha creato un danno, soprattutto nei giovani tra 19 e 25 anni, che comunicano solo con Whatsapp e Instagram e passano giornate intere al telefono, confinati, non in quarantena, aumentando le loro paure, insicurezze e il fatto di non poter progettare un futuro.
Anche per le coppie il periodo Covid si è rivelato un trauma, ma il danno più grande non è possibile quantificarlo, perché il Coronavirus ha colpito più sulle relazioni, sulla fiducia negli altri, sul sociale, ci si allontanerà sempre di più dal diverso da sé.

Ho poi parlato dell’importanza dell’esame di realtà e della questione dell’uso della mascherina durante il lavoro, nell’ottica del rapporto paziente-terapeuta che beneficia della mimica facciale e della scelta di adottare per questo uno schermo di plexiglass per impedire che ci sia una barriera tra psicoterapeuta e paziente e nel contempo svolgere la professione in sicurezza.
La mia intervista con Paolo Notari con i consigli per affrontare quotidianamente la pandemia sono visibili sul canale Youtube, oltre che sul sito ufficiale www.guardachice.tv.